Febbraio 14, 2018

365 giorni di esperienza di monitoraggio. Quali sono i risultati?

“Monitoraggio in continuo del particolato aerodisperso e della contaminazione microbiologica superficiale nel blocco Operatorio: risultati di un anno di esperienza”

Questo è il titolo dell’importante ricerca condotta presso il Blocco Operatorio di un importante Ospedale Italiano, tra maggio 2015 e giugno 2016, in occasione di attività di ristrutturazione e adeguamento di alcune sale operatorie, da parte di una serie di studiosi e ricercatori che si sono concentrati sulla valutazione di come la presenza di un cantiere edile possa incidere sulla contaminazione di un “ambiente controllato”, come appunto il comparto operatorio.

La sala operatoria costituisce un ambiente estremamente complesso dal punto di vista della sicurezza, per la presenza degli numerosi fattori (di tipo “umano” e “strutturale”) che possono influire sull’esito di un intervento chirurgico. Un forte pericolo per la salute dei pazienti può derivare non solo dall’inquinamento della sala operatoria, ma anche da quello presente in ambienti confinanti con essa.

Per questi motivi è stato necessario definire per le sale operatorie specifici standard di sicurezza, raggiungibili grazie a strumentazioni di misura ad alta tecnologia in grado di fornire accurati parametri di controllo.

Specifiche modalità di monitoraggio ambientale sono state applicate proprio in occasione dello studio condotto presso tale struttura sanitaria, per verificare se l’attività di ristrutturazione potesse influire sulla contaminazione dell’aria o delle superfici presenti nelle aree circostanti il cantiere, e se le procedure adottate fossero idonee a controllare le delicate condizioni ambientali di un comparto operatorio in attività.

Qualora fosse stato effettivamente possibile evidenziare un rischio potenziale, si sarebbe resa necessaria la pianificazione di interventi correttivi finalizzati a ripristinare adeguate condizioni di operatività.

In questo contesto, il monitoraggio ambientale rappresenta un supporto valido ed efficace per il controllo e il contenimento dei livelli di inquinamento e delle infezioni, che permette inoltre un’adeguata valutazione dei comportamenti individuali e organizzativi adottati in queste situazioni.

Metodologie di indagine
La ricerca è stata suddivisa in due fasi, di cui la prima volta a stabilire i rischi potenziali attribuibili all’attività di ristrutturazione, oltre al controllo dell’influenza del cantiere sulla salubrità ambientale.
La seconda fase è stata dedicata alla valutazione delle azioni correttive adottate per il contenimento del rischio biologico.

I monitoraggi – che hanno interessato un totale di otto sale operatorie attive – sono stati eseguiti (con cadenza inizialmente settimanale, poi bisettimanale) su punti di campionamento individuati all’interno delle sale chirurgiche prospicienti e prossime al cantiere.
I rilievi sono stati realizzati tra un intervento chirurgico e l’altro, e al termine delle procedure di disinfezione messe in atto dopo ogni operazione.
I punti critici di prelievo sono stati scelti grazie all’ausilio di un dispositivo di screening della qualità delle superfici.

Oggetto di analisi è stato anche il grado di pulizia dell’aria, eseguito attraverso l’elaborazione dei dati acquisiti attraverso un impianto fisso di monitoraggio.

I risultati delle rilevazioni sono conformi alle “Linee Guida Sugli Standard di Sicurezza e di Igiene del Lavoro nel Reparto Operatorio” (versione 2009).

I risultati della ricerca
Il monitoraggio ha portato all’isolamento di specie sporigene e micrococchi, che suggeriscono la presenza di una certa polverosità all’interno degli ambienti esaminati, riconducibile al cantiere solo nel 2,8% casi.
La presenza, con superamento dei limiti di accettabilità, di questi microorganismi è tuttavia riscontrabile all’interno delle sale operatorie anche in situazioni in cui, in corrispondenza di ambienti limitrofi al cantiere, le stesse specie non risultino presenti.
In conclusione, è stato possibile verificare che il cantiere non ha contribuito in maniera significativa alla contaminazione ambientale delle sale operatorie esaminate.

Questa ricerca non si è però limitata all’individuazione di microorganismi: nel corso delle indagini è infatti stato possibile evidenziare problematiche legate a vari fattori riconducibili a una scorretta applicazione delle buone pratiche igieniche e/o comportamentali da parte del personale sanitario, da cui sono scaturite azioni correttive specifiche, che hanno portato all’introduzione di nuove procedure nel comparto operatorio e ad una maggior attenzione ai comportamenti degli operatori.
I risultati di laboratorio, ottenuti dai campionamenti analizzati nel periodo successivo all’attuazione di tali misure correttive, hanno suggerito un sensibile miglioramento della qualità delle superfici all’interno delle sale operatorie, mentre è risultata pressoché costante la frequenza percentuale relativa alle specie identificate.

Tali considerazioni suggeriscono la progettazione e l’esecuzione di un programma continuo di formazione, addestramento e auditing per gestire in modo efficace comportamenti e strutture all’interno della sala operatoria.

Scritto da:
massimo
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